mercoledì 7 maggio 2014

Settimana della liberazione ....



Liberazione dall’inverno, dal lavoro, dallo stress…. 

Riusciti solo in parte per via di un inverno che non c’è stato a gennaio ma che ha deciso di farsi vivo ad aprile.

Dopo un canale assolato e con Eolo assente, la giornata uggiosa ci fa rimanere sull’isola amata di Othonoi, cercando sentieri pieni di asparagi. Troviamo solo le bietole e delle bellissime case di pietra abbandonate!

La sapienza culinaria di Massimo e il pescado di Antonio ci mettono davanti un piatto terra mare delizioso: antipasto di ricci, linguine ai coccioli e frittata con le bietole di montagna.  Abbiamo stretto sorellanza con la barca di Angelo e ormai ci spostiamo tutti insieme.

La notte sull’isola è un tripudio di lucciole, mai viste tante!

Io e Fiamma andiamo a trovare Elias e Marinella, la loro casa è sempre aperta e con noi ci sono altri isolani, Tina, Chiara e Mariagrazia: proviamo a proporre la realizzazione di un grande mandala sul piazzale del porto in occasione del raduno dell’arte. L’idea di Fiamma è bellissima ma si scontra con la necessità di chiedere le autorizzazioni. 

Ci svegliamo con il sole e a Matraki saliamo per i sentieri pieni di orchidee e altri fiori spontanei. C’è un orto abbandonato pieno di carciofi e li raccogliamo insieme ai limoni. Mario, però, non è d’accordo teme che i greci possano arrabbiarsi e persino spararci. Sfidiamo i proiettili e le paure del nostro ospite e ci gustiamo un fantastico risotto al forno coi carciofi freschi!

Eolo soffia e noi salpiamo alla volta di Paleokastritsa, baia splendida se non fosse per un eco mostro di albergo sul mare, che Mario cerca di salvare vedendoci del marmo rosa. 
Su in montagna in un borgo medioevale chiamato Krini i paesani festeggiano Agios Tommaso e noi ci uniamo a loro, ballando il Sirtaki e mangiando suvlaki. Il cerchio delle danza è disegnato a terra coi colori del sole e sembra un grande mandala come quello che Fiamma vorrebbe realizzare a Othonoi. Sarà un segno?

Sotto la pioggia torrenziale raggiungiamo Corfù e appena esce il sole ci perdiamo nei suoi vicoli senza turisti e in serata andiamo a sentire le prove della famosa banda di Kerkira.

Avremmo sonno, ma Mario vorrebbe divertirsi un po’ e conoscere qualche bella donzella greca e così lo accompagniamo nel locale in della città e qui ci fa morire dalle risate cercando di comunicare in greco con la barista: Nos otos, wath’s topos? Io e Giulia abbiamo le lacrime agli occhi! 

Con grande dispiacere salutiamo Angelo, Antonio, Clemente e Massimo che rimangono a Kerkira e ritorniamo lentamente a casa tra sole, pioggia e due archi completi di arcobaleno, passando a salutare l’isola del cuore e a darle appuntamento per la prossima volta.

Valentina

martedì 6 maggio 2014

Pasqua Greca 2014

 
Mai come questa volta la partenza è stata così incerta! Saremmo dovuti essere in dieci per questa Pasqua greca, ma le previsioni meteo erano davvero brutte ed in continuo cambiamento.

In sei rinunciano. Restiamo in quattro. Tra sole e pioggia trasferiamo la barca a Santa Maria di Leuca per regolarci il giorno dopo se partire o meno. Ci telefona Luigi e scopriamo che Patrizia ha appena perso l’aereo da bologna.

Sembra davvero tutto remare contro, maestrale e pioggia in andata, burrasca di scirocco al ritorno e dulcis in fundo Patrizia che perde l’aereo.

Ma poi lei prende il pullman, ci raggiungono a Leuca alle 12 e 30, giusto quando il cielo si apre, il maestrale cala ed esce il sole. Si aggiunge all’ultimo anche Carlo e partiamo, intrepidi e coraggiosi.


Il canale è inaspettatamente calmo, il vento addirittura debole e i temporali ci circondano senza mai colpirci, riusciamo addirittura ad avere sempre il sole.

Non solo siamo partiti molto tardi, ma abbiamo anche veleggiato, seppur con poco vento e quindi è stato inevitabile arrivare sull’isola di Othonoi di notte. Con le secche che circondano il porto non è il massimo.

La traccia del Navionex ci accompagna, ormeggiamo all’inglese e tutti infreddoliti attraversiamo l’isola con le sue incredibili lucciole per andare a mangiare da Tasso. O Tasos? Glielo chiediamo: con una o con due S?  E lui, fantastico come sempre, ci risponde Tasos, con due! E certo una prima e una dopo!


Il giorno successivo con calma apriamo le vele per Corfù, vorremmo fermarci nella bella rada vicino a Kassiopi, ma il tempo all’improvviso peggiora e quando entriamo nel Mandraki sailing club arrivano groppi e pioggia torrenziale. Un altro ormeggio difficile! Dopo tutta l’acqua Blue bone ci regala una doccia calda e un the bollente e siamo pronti per le processioni e le bande.

Corfù è come ogni anno in festa. Dopo un po’ di cortei andiamo a cena con la nostra amica Stefanie che ci fa conoscere un posto bellissimo, frequentato solo da Greci e con tantissimi piatti a mo di tapas e poi un locale, che non riusciremo a trovare più, fumoso e con bellissima musica per il bicchierino finale.

Ed ecco sabato e le immancabili Otri piene d’acqua acclamate, fischiate dalla folla e poi buttate giù dalle finestre dei palazzi per riempire la città di cocci colorati e propiziare l’annata con purezza e fertilità. Questo rito è sempre affascinante e con esso scrivere la preghiera nella chiesetta e accendere le candele, in attesa che passi il Pope e dia lettura dei bigliettini dei fedeli. I riti della Pasqua ortodossa a Corfù hanno reminiscenze pagane che non dimenticano di onorare i quattro elementi della natura: l’acqua delle otri, il fuoco delle candele, l’aria delle preghiere e la terra delle uova. Noi, le uova colorate, le abbiamo sbattute insieme a Stefanie, dalla sua bellissima terrazza, dove abbiamo ammirato lo spettacolo dei fuochi d’artificio, mentre le campane impazzavano e il vento ci portava i canti della messa nell’Esplanada.


Come ogni anno il giorno di Pasqua si inizia a risalire verso il canale …..ma un inteso profumo di agnello arrosto ci porta ad attraccare all’inglese al porto vecchio, nel centro della città. In una piazzetta poco distante c’è un camioncino con la brace e sopra a rosolare quattro agnelli. Ne abbiamo comprato un po’ e ce lo siamo gustato su Blue Bone: da leccarsi i baffi e le mani (tutte impiastricciate).

Con calma navighiamo verso Cassiopi e al momento dell’ormeggio raffiche di 40 nodi….dopo un po’ di tentativi rinunciamo, si sta male e optiamo per un posto in rada sotto le stelle nella vicina baia di Sukia.

Avremmo dovuto fare il canale il giorno di pasquetta e si sarebbe pure potuto fare, ma perché soffrire con raffiche di 45 nodi e onda di scirocco, ci siamo rifugiati nella splendida baia di Fiki a Fano e ci siamo goduti una pasquetta di sole. Siamo stati bene e l’audacia di partire è stata ricompensata.
 
Anche questa Pasqua greca, nonostante un po’ di mal tempo, merita di essere ricordata.

 Valentina